Stop agli incentivi sul fotovoltaico

Stop agli incentivi sul fotovoltaico a terra: modestamente retroattiva la norma, ma le associazioni vogliono ricorrere

Con il decreto liberalizzazioni il governo Monti ha cancellato gli incentivi agli impianti fotovoltaici a terra in aree agricole. La pubblicazione in Gazzetta del decreto ha scatenato le reazioni delle associazioni di categoria ANIE/GIFI, APER, ASSOSOLARE e ASSO ENERGIE FUTURE. Le associazioni contestano soprattutto il fatto che il decreto, modificato nella notte fra il 24 e il 25 gennaio, ha validità retroattiva. Infatti con il decreto Romani chi doveva costruire un impianto da più di un MW aveva tempo fino al marzo 2012. Ora coloro che ad oggi non avevano ancora ottemperato alla messa in opera di un progetto non otterranno i finanziamenti.

Contraria all’articolo anche Legambiente che dichiara: “Il governo ha fatto bene a intervenire sugli incentivi per il fotovoltaico a terra, perché il boom di progetti presentati al GSE rischia di mandare in tilt il sistema e di diventare un boomerang per il futuro delle rinnovabili. Non condividiamo però l’impianto dell’articolo, in primo luogo perché cancella il fotovoltaico a terra anche per le aziende agricole dove poteva rappresentare una integrazione del reddito, poi perché l’incentivo proposto per gli impianti sulle serre è troppo generoso e rischia di diventare un volano per le speculazioni”.

Enzo Cripezzi, LIPU Puglia, ha invece dichiarato a Gaianews.it che il provvedimento ha un lievissimo effetto retroattivo trattandosi solo di quei progetti che dovevano essere realizzati nei prossimi due mesi. Secondo Cripezzi sarebbe opportuno conoscere i dati per capire la reale entità della perdita.

Per Cripezzi il provvedimento è salvifico perchè disinnesca la miccia di uno sviluppo selvaggio del fotovoltaico che teneva conto solo di logiche di guadagno per le lobbies del settore che tenevano in scacco il fare politico.
Secondo Cripezzi dal 1995 al 2006 sono stati occupati 750,000 ettari di suolo con costruzioni, infrastrutture, cemento che non hanno nessun valore storico e che potrebbero essere utilizzati per costruire gli impianti.
Negli ultimi 3 anni, sono 25-30,000 gli ettari di suolo agricolo occupati dal fotovoltaico:secondo Cripezzi questo consumo del suolo incide molto negativamente sul prezzo delle derrate alimentari.

A regime avremo bisogno di 23.000MW di potenza entro il 2016 (il precedente traguardo degli 8.000 entro il 2020 è stato sostituito) che corrispondono a circa 50.000 ettari. Sta a noi decidere quali porzioni di territorio utilizzare.

La LIPU concorda con Legambiente circa il problema dei fotovoltaici su serra: poter installare pannelli fotovoltaici sulla metà dei tetti delle serre significa che si potrebbero costruire serre solo per gli incentivi, ma senza necessità di coltivarvi all’intervo, cosa che peraltro sarebbe difficile con una luce così scarsa.

Un’associazione di produttori, l’APER, sta valutando le eventuali azioni legali da perseguire contro il decreto. Pieto Pacchione ha dichiarato a Rinnovabili.it:
“Stiamo valutando se ci sono strade legali che possono essere perseguite immediatamente. C’è un circolo vizioso dove da una parte ci sono le banche che ovviamente si mettono in tutela e, dall’altra, ci sono gli imprenditori bloccati perché non ricevono più soldi dalle banche per finire l’impianto. I tempi sono strettissimi per recuperare questo errore e comunque si tratta di una situazione che porta a perdere gli incentivi.”

Cripezzi invece sostiene che ora ci sia il rischio che società produttrici invitino i comuni a cambiare la destinazione d’uso dei propri terreni per continuare a costruire impianti fotovoltaici. Per Cripezzi è anche una questione di giustizia sociale: il terreno di un agricoltore che sceglie di non costruire sulla sua proprietà impianti fotovoltaici, sviupperà necessariamente uno scarso valore. Perchè allora non tassare gli impianti fotovoltaici per sostenere i servizi ecosistemici tanto importanti per la nostra società e che trovano spazio in quei terreni che ancora restano liberi da impianti?

Secondo il Ministro dell’Ambiente Clini, intanto, gli incentivi al fotovoltaico sono troppo generosi e devono essere calmierati sui costi.

FONTE: http://gaianews.it/ 30 gennaio 2012