Sicilia. E l’aquila nidificò in autostrada
di Marcella Porpora
E poi dicono che le grandi opere incompiute sono solo uno spreco di soldi. Per la rarissima Aquila del Bonelli, invece, sono state un’ occasione per nidificare. Più esattamente su un pilone autostradale (mai aperto al pubblico) in un posto tenuto rigorosamente segreto dai naturalisti siciliani. La notizia è riportata da Rosario Mascara, del Fondo Siciliano per la Natura, nell’ultimo numero de “Il Naturalista Siciliano”, rivista scientifica fondata nel 1881. Si tratta di un caso praticamente unico se si esclude una vecchia segnalazione relativa all’estero, in un traliccio dell’alta tensione.
L’Aquila del Bonelli, infatti, nidifica esclusivamente in aree naturali, soprattutto nelle pareti rocciose. Si tratta di un animale che risente fortemente dei disturbi antropici e negli ultimi anni le sue popolazioni hanno subito una vistosa diminuzione. In Sicilia, dove esiste la più consistente popolazione di Aquila del Bonelli italiana si è passati da un massimo di venti coppie stimate venti anni fa alle tredici attuali.
Intanto l’Aquila, dall’alto del suo pilone autostradale, si gode il suo areale che ha accolto due piccoli involati la scorsa primavera.
Purtroppo, negli ultimi anni, l’Aquila del Bonelli ed altri rapaci, hanno subito la depredazione dei nidi da parte dell’uomo. I pulcini, infatti, vengono allevati per la falconeria, specie quella riservata (a spese delle pubbliche amministrazioni) per spettacoli di rivisitazioni medioevali. Fino alla riforma della legge sulla caccia, avvenuta venti anni addietro, la falconeria era vietata. Poi, grazie all’incredibile autorizzazione, una miriade di falconieri sono spuntati in tutt’ Italia.
Proprio a proposito di spettacoli di falconeria, recentemente il Corpo Forestale dello Stato ha scoperto un grosso traffico di uccelli rapaci, e tra questi proprio le Aquile del Bonelli depredate in Italia. Trasferite in altri paesi della UE e fornite di una falsa documentazione, vengono poi reimportati in Italia per essere venduti. Nell’intervista rilasciata a GeaPress dal dott. Marco Fiori, Responsabile della Sezione Investigativa Cites del Corpo Forestale dello Stato (vedi articolo GeaPress) vengono analizzati i vari passaggi dei trafficanti. Tra questi anche il caso di un Aquila del Bonelli trafugata a Butera (CL), finita all’estero con falsa documentazione belga e riciclata a disposizione dei mercanti italiani.
In pratica si attesta, falsamente, la nascita in cattività, ed il gioco è fatto. Se la falconeria non fosse stata autorizzata, probabilmente non ci sarebbero stati tutti questi problemi. Le sanzioni, previste dalla legge sulla caccia, per chi uccide o detiene illegalmente specie protette sono assolutamente ridicole.
Fonte: GEAPRESS 04-01-2011