Ricordo di Mario Chiavetta
Una decina di giorni fa l’amico Mario Chiavetta ci ha lasciato. Nonostante io abbia avuto con Mario un rapporto principalmente telefonico, non posso fare a meno di ricordarlo in questa breve nota. Il suo impareggiabile libro “I rapaci d’Italia e d’Europa” del 1981 (Rizzoli Editore) è stato una sorta di bibbia per i rapacisti italiani.
Con uno stile improntato alla chiarezza e all’essenzialità dei concetti, il Professore, così lo si chiamava nell’ambiente dei naturalisti, descriveva un lodolaio, un nibbio reale o un altro rapace facendolo immaginare al lettore come fosse davanti a una clip video nel paragrafo ‘identificazione’, e poi a seguire l’ecologia, lo status e la conservazione, il tutto con uno stile semplice ed efficace.
L’Aquila reale era senz’altro il piatto forte del sapere di Mario. Ero alle prime armi nella mia avventura da ricercatore autodidatta nello studio di questo grande rapace quando ogni tanto squillava il telefono di casa e dall’altra parte del cavo telefonico una voce decisa in stretto accento bolognese iniziava a bombardarmi di domande sulle uscite di campo che avevo fatto e a instradarmi verso un miglioramento delle mie allora approssimative conoscenze con una serie di flash sintetici tipo “ricordati che da noi l’aquila vuole la pendenza!..” oppure “fai attenzione alla cova che se la femmina è fuori e ti vede non torna al nido!”, quest’ultima osservazione gli partiva automatica e forte ogni volta che gli anticipavo una mia prossima uscita in un vallone del Lazio dove la posizione del nido è estremamente delicata verso la sentieristica e su questo eccome se aveva ragione!
Aveva molto a cuore la conservazione dei rapaci e si lamentava spesso dell’aumento del disturbo antropico e del bracconaggio per opera dei soliti sparatori della domenica. Ricordo che in una delle sue lunghe telefonate, nelle quali parlava praticamente solo lui (!), una volta se la prese a morte verso un’associazione locale emiliana che aveva aperto un sentiero che passava vicino a un nido di lanario e si dispiaceva che non era riuscito a fermare questo fatto grave.
Mario, con poche ma efficaci ‘dritte’, mi ha insegnato molto.
Ci mancherà.