Il volo dei rapaci nello Stretto. Denunciati quattro bracconieri
Il volo dei rapaci nello Stretto Denunciati quattro bracconieri La Forestale li ha sorpresi a Mortelle: hanno tentato la fuga in mare
Ventottomila rapaci di passaggio nell’ultimo mese, ben 23 mila in soli 12 giorni, dal 25 aprile al 6 maggio, giornata che passerà alla storia con il censimento di ben ottomila falchi pecchiaioli nei cieli dello Stretto. Sono numeri straordinari ai quali se ne contrappongono altri, fortunatamente inferiori, ma che purtroppo riflettono il persistere di un fenomeno odioso quale il bracconaggio. Andiamo con ordine.
Gli eccezionali eventi di questi giorni di primavera sono stati documentati dai volontari che stanno prendendo parte al Campo internazionale “per lo studio e la protezione dei rapaci e delle cicogne in migrazione nello Stretto di Messina”, promosso dall’Associazione mediterranea per la Natura in collaborazione con il Wwf Italia e la Nabu. «Lo spettacolo della migrazione – sottolineano i responsabili delle tre associazioni ambientaliste, Anna Giordano, Deborah Ricciardi e Cristoph Hein – non finisce mai di stupire le decine di persone che giungono da molti Paesi europei (Irlanda, Danimarca, Inghilterra, Germania) e dall’America, per ammirare sullo Stretto specie difficilmente osservabili altrove. Finora sono state osservate ben 24 specie diverse di rapaci (su 38 censite dal 1984), alcune delle quali molto rare (capovaccaio, aquila anatraia minore), altre minacciate a livello globale per la loro elevatissima vulnerabilità e osservabili solo lungo questa rotta migratoria (albanella pallida, grillaio) e ancora lo splendido falco cuculo, il falco di palude minacciato ormai ovunque per la rarefazione delle zone umide e l’albanella minore. Ad oggi sono ben 327 le specie censite nel territorio dello Stretto, importantissima rotta migratoria per gli uccelli che svernano in Africa e tornano in primavera in Europa per riprodursi».
Il Campo è nato come attività di studio e di protezione dei rapaci dagli attacchi delle doppiette in azione nonostante i periodi di chiusura della caccia. Il bracconaggio sui Peloritani è andato riducendosi nelle sue dimensioni, ma è un fenomeno che continua a preoccupare. E proprio la notte del 6 maggio, gli uomini del Corpo forestale con il coordinamento dell’Ispettorato ripartimentale delle foreste di Messina, a Torre Faro, quasi in prossimità dell’Istituto Marino di Mortelle, hanno sorpreso quattro bracconieri: R.L., 38 anni, D.G., 56 anni, D.N., 21 anni, e S.D., 56 anni, tutti residenti a Messina. I quattro esercitavano l’uccellagione con l’aiuto di reti e richiami elettromeccanici, per catturare quaglie in fase di migrazione. Alla vista degli uomini della Forestale hanno tentato la fuga addirittura a nuoto, ma sono stati fermati. Sotto sequestro l’intera attrezzatura utilizzata: un richiamo acustico elettromeccanico formato da una batteria e da un altoparlante, due reti, quattro profilati tubolari. C’erano anche cinque povere quaglie morte. I bracconieri sono stati denunciati a piede libero.(l.d.)
Fonte: Gazzetta del Sud Online 9 maggio 2011