Gli uccelli rapaci delle Marche
Le Marche sono una regione dell’Italia Centrale , caratterizzata da paesaggi collinari ondulati con grandi quercie secolari , protette da una legge regionale specifica, con vallate fluviali , che dagli Appennini scendono verso il mare Adriatico., creando gole rupestri calcaree, ricche di uccelli rapaci rupicoli, come la Riserva Naturale dello Stato della Gola del Furlo , dove sono presenti l’Aquila reale, il Falco Pellegrino, il Lanario e il Parco Naturale della Gola della Rossa e di Frasassi, dove è possibile osservare l’Aquila reale, il Falco Pellegrino, il Lanario e il Gufo reale.
E’ stato inoltre reintrodotto con il progetto Life “Save the Flyers” il Nibbio reale,estinto nel 1950, che nidifica nel Parco Rossa Frasassi con 2-3 coppie territoriali.
Storicamente tutti i grandi Vulturidi Paleartici (Avvoltoio Monaco, Gipeto, Grifone e Capovaccaio) erano presenti nelle Marche e il medico naturalista Costanzo Felici di Piobbico nel suo carteggio con il naturalista bolognese Ulisse Aldovrandi nel 1563 “ nel cognizione degl’uccelli et animali pertinenti all’aere” li descrive in maniera meticolosa presenti come nidificanti nelle gole calcaree del Monte Nerone in provincia di Pesaro e Urbino.
Un gigantesco nido di Aquila reale nella Gola del Furlo in una grotta potrebbe essere stato utilizzato nei secoli passati dal Gipeto.
Studi paleontologici effettuati dal prof.Sala dell’Università di Ferrara con la dr.ssa Ornella de Curtis nella Gola della Rossa all’interno dell’omonimo Parco Regionale in un vecchio nido di Aquila reale hanno trovato reperti ossei di Grifone, presente probabilmente fino al 1700 come nidificante.
Anche O.Avicenna nel 1600 descrive chiaramente come nidificante sia il Grifone che l’Aquila reale nelle gole rupestri di Cingoli (MC),”Spechi et antri dall’alto dei quali domina l’Avvoltoio Grifone e nelle limpide acque nuota la Lontra…”quando ancora nelle Marche vi erano milioni di capi di pecore e capre, che in inverno arrivavano a pascolare vicino al mare e in estate nelle montagne appenniniche.
Il promontorio calcareo del monte Conero, tutelato dal Parco Regionale del Conero, rappresenta sulla costa Adriatica un importante punto di riferimento per gli uccelli rapaci migratori nel periodo pre riproduttivo primaverile come il Falco Pecchiaiolo e il Falco di Palude e rarità come l’Albanella Pallida con oltre 5000 rapaci osservato in media ogni anno.
L’Appennino è suddiviso in due dorsali calcaree mesozoiche parallele, quella marchigiana e quello umbro marchigiana, dove è presente una buona popolazione di Aquila reale, che ha raggiunto attualmente 17-18 coppie territoriali con densità molto elevate per l’Appennino Centrale nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini,con oltre 5 coppie territorial in 70000 ettari, dove vi è la montagna più elevata, il Monte Vettore 2476 m. con estese praterie secondarie e primarie, ricche di specie preda come la Lepre appenninica e la Coturnice appenninica.
L’Albanella minore, che nidificava con oltre 20 coppie nei calanche collinari del Pesarese negli anni 80 ‘ora è distribuita più a macchia di leopardo con 5-6 coppie nel pesarese, 2-3 nell’anconetano e 5-6 nel maceratese nella zona di Colfiorito ai confini con l’Umbria, utilizzando habitat basso montani con praterie secondarie, dove purtroppo gli sfalci tardo primaverili sono molto pericolosi per la specie.
Il Biancone nidifica da diversi anni nella parte appenninica della regione con 2-3 coppie nel pesarese, 2 nel parco regionale gola della rossa e di frasassi e aree limitrofe vicino all’Umbria e 3-4 nel maceratese.
Il Lanario è presente nelle dorsali marchigiana e umbro marchigiana con una popolazione di 12-15 coppie stabile e leggermente in aumento.
Il Pellegrino ha avuto un notevole incremento, passando dalle 10 coppie degli anni 80’ alle attuali 90-100 coppie, iniziando a nidificare anche nei centri abitati.
Molto interessante è anche la presenza da un paio di anni del Grillaio come estivante con centinaia di individui nelle praterie montane appenniniche e nelle aree alto collinari, ricche di insetti.
Infine il Grifone in primavera estate è presente regolarmente nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dove sono ancora presenti decine di migliaia di capi di pecore, di cavalli e bovini al pascolo, che a causa dei temporali estivi molto forti possono morire colpiti dai fulmini e venire cosi mangiati velocemente da questi avvoltoi coloniali.
La speranza è che il Grifone possa in futuro anche nidificare nell’area, grazie ad un carnaio, realizzato dal parco nazionale, che verrò rifornito delle pecore predate dai Lupi all’interno dell’area protetta, fornendo biomassa anche in inverno nel periodo più critico per il Grifone, visto che gran parte del bestiame domestico viene spostato nelle stalle invernali.
Osservazioni di Grifone si hanno in estate anche nelle Gole di Frasassi , nella zona del Furlo e nella zona del Monte Catria nel Pesarese.
IL Gufo reale è presente con poche coppie localizzate nelle gole rupestri calcaree marchigiane come nel Parco Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi e grazie al progetto Life “Save the flyers” sono state messe in sicurezza grazie all’Enel oltre 50 km di linee elettriche, principale minaccia per la specie in Italia.
La Regione Marche tutela con un buon sistema di aree protette gran parte delle popolazioni di uccelli rapaci presenti anche se pericoli come gli impianti eolici sono sempre incombenti nei territori montani appenninici. Come ALTURA da anni vigiliamo sui progetti di impianti eolici e abbiamo ottenuto ottimi risultati negli ultimi anni, bloccando diversi progetti in aree molto delicate per gli uccelli rapaci.
Due Parchi nazionali come quello dei Monti Sibillini per 2/3 nelle Marche e quello del Gran Sasso e Monti della Laga proteggono gran parte della popolazione di Aquila reale presente nel sud delle Marche.