Gli investimenti della Regione Abruzzo ignorano gli effetti dei cambiamenti climatici
COMUNICATO STAMPA
ALTURA Abruzzo, LIPU Abruzzo, Salviamo l’Orso, Rewilding Apennines
Con Delibera di Giunta del 7 febbraio la Regione Abruzzo ha finanziato una serie di progetti, tra i quali alcuni, peraltro molto costosi, riguardano nuovi impianti sciistici previsti in alcune località, comprese diverse zone protette di rilevante valore naturalistico, come i parchi nazionali del Gran Sasso-Monti della Laga e quello della Maiella.
È ormai ovvio che tra le conseguenze dei cambiamenti climatici forse il più evidente nei nostri climi è la crescente diminuzione delle precipitazioni sia sotto forma di pioggia sia di neve. I massicci montani abruzzesi in questi giorni colpiscono la nostra attenzione per il fatto di essere praticamente privi di neve fino a 2.300-2.400 metri di quota ed oltre. Alla scarsità delle precipitazioni si aggiunge poi il continuo aumento della temperatura media.
Il Servizio meteorologico dell’Unione Europea, Copernicus, ha reso noto infatti, ad esempio, che il mese di gennaio 2024 è stato il gennaio più caldo mai registrato. Si tratta di una situazione molto grave sia per i danni ambientali che comporta che per la pesante crisi idrica che si sta profilando per la prossima estate ed oltre.
In una situazione come questa ci si aspetterebbe che la classe politica abruzzese e gli imprenditori del settore, invece di insistere per la realizzazione di nuovi impianti sciistici che comporterebbero rilevanti danni ambientali, pesanti e insostenibili consumi d’acqua, grossi sfregi al paesaggio, capissero che sarebbe molto meglio gestire in modo intelligente il grande capitale naturale ancora presente nell’Appennino abruzzese. Inoltre, gli impianti sciistici sono in gran parte chiusi per la mancanza di neve e questo comporta seri danni economici con perdite rilevanti di posti di lavoro.
Grandi foreste, maestose montagne, una fauna che comprende specie di grande interesse naturalistico, come l’orso marsicano, il camoscio d’Abruzzo, il cervo, il grifone, nonché un paesaggio unico ed affascinante attirano un turismo di qualità di portata considerevole ed in continuo aumento, non solo dall’Italia ma da tutta Europa e possono essere la base per uno sviluppo economico duraturo di tante realtà rurali.
Su questo una classe politica intelligente e responsabile dovrebbe puntare. Si tratta di ambienti che, proprio per le loro caratteristiche naturali e per le specie che ospitano, sono in gran parte tutelati dalle normative nazionali che vi hanno realizzato importanti aree protette. Inoltre, fanno parte della rete Natura 2000, che comprende le zone dell’Unione Europea di maggiore importanza per la tutela del patrimonio di biodiversità del nostro continente.
Queste normative di tutela, sia nazionali sia comunitarie, sono state adottate proprio per evitare che vengano effettuati interventi incompatibili con tali esigenze di tutela. Infrangerle potrebbe facilmente comportare l’apertura da parte dell’Unione Europea di costose procedure d’infrazione nei confronti dell’Italia.
Si perseguono, invece, strade totalmente diverse. Nel 2023 è partita la realizzazione di una stazione sciistica nella Valle delle Lenzuola che sta arrecando danni gravissimi ad una delle zone più belle e naturalisticamente pregevoli del Parco Naturale Regionale Sirente Velino, territorio di grande valore naturalistico ma sempre più sottoposto ad iniziative del tutto incompatibili con una gestione adeguata di quella che dovrebbe essere un’area protetta che è anche tutelata a livello comunitario. Ed ora ecco nuovi progetti che rischiano di dare ulteriori duri colpi a tante delle nostre zone di maggior valore ambientale.