Forte documento delle associazioni contro la nuova strategia energetica del Governo
Nove associazioni, tra cui Altura, hanno espresso forti critiche in merito alla nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN) predisposta dal Governo, ancora una volta prona ai voleri della lobby eolica. Oggi, come negli anni passati, non tenendo nel minimo conto i reali bisogni del Paese sia per quanto concerne la produzione di energia sia per quanto riguarda quelle che dovrebbero essere priorità nei settori della tutela del paesaggio e dell’ambiente naturale.
ALTURA, Amici della Terra, Comitato per la Bellezza, Comitato Nazionale per il Paesaggio, Pronatura, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness e Wilderness Italia: “Con la nuova SEN, il Governo annuncia bollette elettriche ancora più care, sacrifica all’eolico nuovi preziosi territori e non persegue azioni efficaci contro i gas serra.”
Cedendo ancora una volta alle pressioni delle lobby dell’eolico, la “Strategia Energetica Nazionale” (SEN) messa a punto dal Governo prepara ulteriori rincari della bolletta elettrica a danno di famiglie e imprese e una nuova ondata di devastazione del paesaggio e della biodiversità. Inoltre, scegliendo di favorire le fonti rinnovabili elettriche intermittenti come strumento prevalente per il contenimento delle emissioni di gas serra, il Governo rinuncia ad incrementare azioni più efficaci, relativamente meno costose e più appropriate per il nostro Paese, come la promozione dell’efficienza energetica, delle rinnovabili termiche e della mobilità sostenibile.
Le associazioni ambientaliste ALTURA, Amici della Terra, Comitato per la Bellezza, CNP-Comitato Nazionale per il Paesaggio, Federazione Nazionale Pronatura, Italia Nostra, LIPU Birdlife Italia, Mountain Wilderness, Wilderness Italia hanno inviato oggi un documento comune di osservazioni alla SEN al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni e ai Ministri interessati (Sviluppo Economico, Ambiente, Economia e Finanze, Beni e Attività Culturali, Politiche Agricole e Forestali) per denunciare che ”’aumento dell’obiettivo delle rinnovabili elettriche dall’odierno 33-34% al 48-50% senza che sia posto alcun limite alle tecnologie, come l’eolico o il miniidro, che comportano consumo del territorio e danno al paesaggio e alla biodiversità, comporterà il sacrificio di ulteriori territori fra i più belli e delicati del nostro Paese nel tentativo di conseguire nel breve arco di pochi anni un incremento di 15 punti percentuali di contributo rinnovabile nel solo comparto elettrico che si tradurrà in appena il 4% di contributo sul fabbisogno energetico complessivo” .
Le associazioni sottolineano che “lo sforzo finanziario titanico – e la relativa speculazione – pro rinnovabili elettriche degli ultimi anni è stato alla base dell’incremento del 20% del costo dell’energia in bolletta. Quegli incentivi, già garantiti, alle rinnovabili solo elettriche già installate costeranno, alla fine, oltre 200 miliardi. Pari a 50 anni di intervento straordinario nel Mezzogiorno (fonte Nomisma) … Su questi risultati pesa la delocalizzazione all’estero di produzioni industriali energivore e relative – maggiori – emissioni di gas serra … Ora, l’attuale sforzo non può essere pressoché raddoppiato senza alcuna preventiva valutazione territoriale, ambientale, paesaggistica ed economica”.
Le associazioni ritengono che una ulteriore crescita di contributo rinnovabile al comparto elettrico possa avvenire solamente attraverso tecnologie come il fotovoltaico capaci di integrarsi nei tessuti già urbanizzati ma privi di significato storico e architettonico e che la crescita degli obiettivi di riduzione dei gas serra debba essere perseguita con convinzione ma nel rispetto della sostenibilità ambientale del nostro territorio che, con i suoi celebrati paesaggi rurali, con la natura, con le ricchezze storico archeologiche e con i suoi equilibri agro-pastorali, rappresenta un bene limitato, prezioso e irrinunciabile.