Contaminazione da piombo in un’Aquila reale nel Lazio
A febbraio scorso un’Aquila reale è stata purtroppo ritrovata morta nel Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili (RM). L’Aquila riportava pallini da caccia nell’ala e nelle zampe. C’è un pericolo davvero subdolo che si nasconde dietro l’utilizzo di certi tipi di munizioni e pallini da caccia, si chiama piombo. Il piombo è un metallo pesante che causa avvelenamento. L’avvelenamento da piombo è detto Saturnismo ed è un fenomeno ormai riscontrato in diverse parti del mondo; è allarmante in molti rapaci, soprattutto necrofagi, ossia che si nutrono di carogne e in molti altri animali colpiti da pallini al piombo.
L’intervento del Dott. Enrico Bassi (Parco Nazionale dello Stelvio) nella conferenza svoltasi a Bolzano, presso il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, nel mese di maggio (“Munizioni di piombo: la grave minaccia per aquila reale, gipeto e altri avvoltoi alpini”) chiarisce bene che i rapaci necrofagi, “spazzini”, cibandosi di carogne, possono ingerire parti di animali morti sparati dai cacciatori e quindi il piombo che queste contengono. I rapaci possono anche essere bracconati e sparati a loro volta, divenendo essi stessi vittime di armi da fuoco e quindi del veleno del piombo. Se il proiettile colpisce una parte dura dell’animale, come ad esempio un osso, può frammentarsi in numerose schegge, anche molto piccole, che si diffonderanno nel corpo. Se l’animale colpito ad esempio è un ungulato e le sue viscere vengono lasciate al suolo dai cacciatori, come è spesso usanza fare, tutti i rapaci e altri uccelli e animali che si nutrono delle sue viscere ingeriranno queste schegge e saranno così contaminati. Il piombo può diffondere attraverso il sangue in vari organi: fegato, reni, gonadi, cervello. La presenza nel cervello può provocare negli animali contaminati gravi alterazioni del comportamento o alterazioni motorie o altre anomalie.
Il piombo è un elemento subdolo: anche se un animale non avesse un’intossicazione acuta, la stessa presenza nelle ossa è pericolosa; il piombo difatti va a sostituire in parte gli ioni calcio, quindi, anche se l’animale riesce a sopravvivere per qualche tempo, il piombo può essere smobilitato dalle ossa in determinate condizioni; ad esempio nelle femmine, dopo l’accoppiamento, quando c’è necessità di calcio per la formazione del guscio dell’uovo, il piombo può andare a sostituire parte del calcio nella composizione del guscio e può contaminare il futuro nascituro. Il piombo può anche essere smobilitato dalle ossa quando l’animale è sotto diversi tipi di stress metabolico e una volta entrato nel sangue può raggiungere gli organi. Di avvelenamento da piombo si muore.
Un importante filone di ricerca nelle Alpi è stato intrapreso da alcuni anni per rintracciare e “smascherare” questo pericoloso metallo che va a colpire i rapaci che lo ingeriscono ed altri animali, entrando nelle catene alimentari ecologiche.
Nell’ambito di questa ricerca, finanziata da ERSAF-Parco Nazionale dello Stelvio e Provincia di Sondrio, che vede il Dott. Enrico Bassi quale coordinatore, grazie alle analisi specifiche effettuate, la nostra povera Aquila è risultata avere piombo nelle ossa; gli organi interni non sono stati potuti essere analizzati dato l’avanzato stato di putrefazione della carcassa; ad ogni modo purtroppo questa Aquila reale è la prima nel Lazio ad essere stata ritrovata contaminata da piombo proveniente da pallini da caccia. È chiaro che è solo la punta di un iceberg ed esiste una rilevante parte nascosta che noi non vediamo. Le Aquile reali si nutrono di carogne, soprattutto in inverno, e sono risultate essere particolarmente colpite da questo fenomeno tanto da poter essere considerate degli indicatori della diffusione del problema; tuttavia finiscono nella rete killer del piombo anche il Grifone, il Gipeto, l’Avvoltoio monaco e così via con tutti gli animali terrestri o acquatici che vengono colpiti o ingeriscono schegge o pallini da caccia di piombo.
È un problema urgente, ormai chiaro, che va risolto in quanto incide pesantemente sulla conservazione degli uccelli, rapaci e non, e di molti altri animali, è ancor più grave soprattutto per quelle specie che rasentano l’estinzione.
L’alternativa esiste ed è rinunciare, a livello nazionale ed europeo, all’uso del piombo nei proiettili per la caccia ed utilizzare al suo posto il rame. Sarebbe nel frattempo quanto mai importante introdurre l’obbligo per i cacciatori di sotterrare le viscere degli animali da loro uccisi ed eviscerati e comunque di rispettare l’impegno di recuperarne i corpi. Dal 2023 l’uso del piombo sarà bandito a livello europeo in tutte le zone umide. Bisogna fare molto di più e in breve tempo, sollecitando anche le amministrazioni competenti in materia ad intervenire, anche perché, non in ultimo, il piombo avvelena anche noi.
Parallelamente alla ricerca di cui sopra, diverse associazioni italiane ed internazionali, tra cui Altura, hanno aperto una petizione per chiedere di bandire il piombo dalle munizioni da caccia sulle Alpi. È molto importante firmarla e diffonderla il più possibile. I nostri amici rapaci ce ne saranno grati. Auspichiamo un’estensione della richiesta a tutto il territorio nazionale.
Link della petizione:
https://www.change.org/p/provincia-di-sondrio-stop-al-piombo-nella-caccia-basta-rapaci-intossicati
Per saperne di più:
Bassi E. et al., Lead contamination in tissues of large avian scavengers in south-central Europe. In Science of Total Environment, vol. 778, 15 july 2021.