Comunicato stampa LIPU: liberato Capovaccaio nella gravina di Laterza
SPECIE A RISCHIO ESTINZIONE: LIBERATO UN CAPOVACCAIO NELL’OASI LIPU GRAVINA DI LATERZA
L’animale, proveniente dal Cerm di Grosseto, è partito verso l’Africa per la sua prima migrazione
Si è ambientato per quattro giorni nella cavità di una parete rocciosa. Poi il primo volo e, a distanza di pochi giorni, la migrazione verso l’Africa. Si è chiusa con successo, nelle scorse settimane, presso l’Oasi LIPU Gravina di Laterza, in provincia di Taranto, l’operazione Capovaccaio, che ha visto il rilascio di un giovane esemplare – grazie alla tecnica dell’”Hacking” – al fine di rafforzare la popolazione italiana di questa specie, una delle più minacciate di estinzione in Italia, dove è ormai ridotta a poche coppie nidificanti.
L’operazione – effettuata dalla LIPU in collaborazione con la Regione Puglia, ufficio Parchi e tutela della biodiversità, la Provincia di Taranto e del Cerm (Centro rapaci minacciati) – è partita il 19 maggio scorso, quando Augusto (questo il nome del capovaccaio) venne alla luce nel Centro di riproduzione (Cerm) di Rocchette di Fazio, in provincia di Grosseto.
Giunto all’età di quasi tre mesi all’oasi di Laterza dalla Toscana, il capovaccaio è stato ospitato per qualche giorno in una cavità ricavata in una delle pareti scoscese che caratterizzano lo spettacolare canyon della Gravina di Laterza, uno spazio preparato con cura dal personale LIPU con il Gruppo speleologico di Martina Franca (Taranto).
Poi l’emozionante momento del primo volo: il rapace ha preso confidenza con l’ambiente naturale della gravina e per 10 giorni è stato seguito dal personale dell’oasi grazie a una micro radio trasmittente Vhf a corto raggio posizionata sulla penna timoniere centrale (coda), utile per seguire i primi spostamenti del capovaccaio nel raggio di 10 chilometri. Infine la partenza per l’Africa, dove l’avvoltoio trascorrerà l’inverno e da dove, nei prossimi anni, si spera riparta per tornare in Italia a nidificare, rafforzando così, in prospettiva, l’esigua popolazione italiana.
“Siamo molto soddisfatti dell’esito positivo di questa delicata operazione – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU-BirdLife Italia – L’intenzione è quella di proseguire su questa strada per poter dare una chance di sopravvivenza a questa specie, che si trova in imminente rischio di estinzione”.
Il capovaccaio Augusto è il decimo esemplare, nato in cattività al Cerm, liberato con la tecnica dell’Hacking all’Oasi LIPU Gravina di Laterza, oasi che l’Associazione co-gestisce con la Provincia di Taranto e il Comune di Laterza: il primo fu Laerte, nel 2004, seguito, tra gli altri, da Arianna (2006) e Arturo (2007), questi ultimi equipaggiati con trasmettitori satellitari e seguiti a lungo, grazie al Gps, fino in Africa. Operazioni entrate a far parte del piano di azione nazionale per la conservazione del capovaccaio redatto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
Grazie ai dati ottenuti dai trasmettitori satellitari sono state scoperte le aree di svernamento della popolazione italiana di capovaccaio nel Mali e in Niger.
“Ringraziamo l’ufficio parchi e tutela della biodiversità della Regione Puglia e la Provincia di Taranto per aver inserito questa attività nel progetto Grastepp – conclude il presidente LIPU – e aver reso dunque possibile questa importante e preziosa liberazione di Augusto”.
Parma, 21 settembre 2012