Carnaio di Altura per nibbi bruni
Il Nibbio bruno è presente con una popolazione di 802-1078 coppie in Italia di cui 77-117 nel Lazio.
Nel 2021 ALTURA, unitamente a MEDRAPTORS, con l’appoggio di altre associazioni (SROPU, Comitato Amici di Decima Malafede), si è fatta carico di portare avanti il progetto per la realizzazione di un carnaio nella Riserva Naturale di Decima-Malafede, in provincia di Roma.
Lo scopo del progetto è quello di sopperire alla chiusura della discarica di Malagrotta, avvenuta nel settembre del 2013, dove i nibbi bruni in gran numero andavano ad alimentarsi. Dopo la dismissione di questo impianto si è verificata una dispersione degli individui che la utilizzavano (testimoniato dall’aumento temporaneo in altre discariche regionali) e una ridistribuzione delle coppie nidificanti in tutta l’area, per giunta con un abbassamento della produttività. Come conseguenza si è assistito alla quasi scomparsa del nucleo storico della Tenuta di Castelporziano passato da oltre 30 a 1-2 coppie.
Qualche anno dopo la chiusura di Malagrotta, tuttavia l’ornitologo Michele Panuccio (Medraptors-ISPRA) realizzava un carnaio nella Riserva di Decima-Malafede finalizzato anche alla cattura dei nibbi per dotarli di data-logger e poterne così studiare le migrazioni (rotte, stop-over, ecc…), informazioni essenziali per stabilire la natura dei rischi lungo il percorso di questo migratore a lungo raggio.
Il carnaio di Decima si è rivelato tuttavia essenziale anche per il sostentamento dei nibbi, tanto da far assorbire a Decima stessa una parte delle coppie di Castelporziano, portando quindi la popolazione nidificante nella Riserva da 4 a 15 coppie. La recente scomparsa del ricercatore ha provocato la chiusura del carnaio da parte dell’organismo di gestione della Riserva, facendo sorgere la necessità, ravvisata ed evidenziata da ALTURA e da MEDRAPTORS, di portare avanti, sulla base di quello preesistente, un carnaio finalizzato al mantenimento della popolazione e destinato a durare almeno fino a quando il Piano di Assetto della Riserva, che comporta il ripristino ambientale degli habitat (soprattutto di quelli umidi) e la loro tutela (soprattutto di quelli boschivi e dei pascoli), non permetterà alla popolazione di potersi sostentare autonomamente, in equilibrio con degli ambienti ben preservati che consentano la sopravvivenza di un numero congruo di coppie rispetto alla capacità portante che si verrà a determinare.
Il progetto è stato recentemente approvato sia dall’ISPRA che dalla direzione di Roma Natura (Ente gestore della Riserva di Decima-Malafede). Ci si sta quindi attivando per l’approvazione da parte della ASL in modo da essere operativi all’arrivo nel mese di marzo dei preziosi migratori.
Umberto De Giacomo