Buone notizie sul fronte dell’eolico in Basilicata
Grande prova di ragionevolezza ieri in Consiglio Regionale nella direzione della salvaguardia del paesaggio lucano!
Il Consiglio Regionale ha approvato ieri martedì 6 agosto una sostanziale modifica al Piano d’Indirizzo Energetico della Basilicata (PIEAR), che allinea i criteri per la definizione dei siti non idonei alla realizzazione di impiantii eolici industriali, a quelli definiti dalle “Linee-Guida” Nazionali (DM 10/09/2010), con maggiore attenzione quindi alla salvaguardia naturalistica-ambientale e del paesaggio del territorio regionale.
Modifica sollecitata con determinazione da un Coordinamento di Associazioni ambientaliste nazionali del calibro dell’ Istituto Nazionale di Urbanistica, di Italia Nostra, Amici della Terra, Comitato Nazionale contro Eolico e Fotovoltaico in aree verdi e naturali, ALTURA e LIPU, che si è fortemente impegnato, negli ultimi due mesi, anche con proprie proposte, perché il Consiglio Regionale stesso, prima della sua imminente prevista scadenza, bloccasse la macchina infernale delle Conferenze di Servizio, già programmate, che nell’arco di pochi mesi avrebbe irrimediabilmente compromesso ambiente e paesaggio lucano.
La modifica al PIEAR regionale, è stata formalizzata in un emendamento (pubblicato a parte), presentato dal Consigliere Regionale Navazio, e che dà seguito alle sollecitazioni arrivate dallo stesso Presidente del Consiglio Regionale Santochirico, ma che è stato anche responsabilmente recepito da tantissimi consiglieri, dal Presidente De Filippo, dalla Giunta e dai Dipartimenti Regionali, in sintonia con alcuni parlamentari lucani, fra i quali Bubbico e Speranza.
Questo primo passo fa ben sperare in una maggiore attenzione da parte di tutti nei confronti del paesaggio e del territorio lucano, ma soprattutto fa ben sperare nel fatto che chi amministra prenda finalmente, con maggior determinazione, le parti del territorio della Basilicata, e della dignità dei suoi abitanti nei confronti di chi ha in animo solo di farne terra di conquista e colonizzazione, anche energetica.
Il cammino da compiere è ancora lungo, perché dovrà articolarsi, espletata la revisione dei criteri ambientali e paesaggistici per l’installazione di impianti industriali da fonti energetiche alternative, in un puntuale monitoraggio delle potenze fin qui autorizzate ed installate (anche in riferimento alle “traiettorie” previste dal “burden sharing” nazionale), base per una riconsiderazione complessiva delle politiche energetiche da fonti rinnovabili che privilegi le tecnologie “integrate” sia nel tessuto economico-produttivo regionale (industriale e soprattutto agricolo), e sia nelle più generali politiche di tutela e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio regionali, costituenti da sempre una delle poche “carte” vincenti per il futuro dell’identità stessa della Regione e delle sue popolazioni.
Una cosa ci conforta e ci sprona: abbiamo avuto prova che i risultati arrivano se le associazioni, oltre che segnalare inadempienze, spronano e propongono soluzioni, e se chi governa vaglia le proposte senza respingerle a priori, facendole proprie se vanno nell’interesse generale.
Il Coordinamento nazionale non farà mancare il proprio appoggio e la propria collaborazione se la via imboccata sarà tenuta diritta e determinata, e vigilerà sui risultati che, va ribadito, dovranno condurre ad una nuova politica energetica regionale, che rispetti ambiente e paesaggio quali “risorse (beni comuni) non rinnovabili”, e tutelati dalla Costituzione Repubblicana.
Il Coordinamento di Associazioni nazionali
Istituto Nazionale di Urbanistica, Italia Nostra, Amici della Terra, Comitato Nazionale contro Eolico e e Fotovoltaico in aree verdi e naturali, ALTURA e LIPU.