Astore, pecchiaiolo e corvo imperiale: Altura li ha studiati per il PNALM
Altura ha consegnato al Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise la ricerca, effettuata nel 2010, su astore, pecchiaiolo e corvo imperiale. Scopo dello studio è stato quello di rilevare la presenza delle tre specie all’interno del parco e delle sue aree di protezione esterna.
La ricerca è stata portata avanti sul campo da Bruno D’Amicis (astore), Roberto Lippolis (pecchiaiolo) e Gianni Lauretti (corvo imperiale).
Per l’astore sono state studiate 5 aree individuate in un novero di 11 totali da monitorare all’interno del parco, scegliendo le pendici nord, est e nord-est dei versanti montani ricoperti da faggeta ad alto fusto e ben conservata. Per la metodologia d’indagine ci si è avvalsi dello strumento del playback unitamente all’ascolto delle vocalizzazioni spontanee nel periodo marzo-luglio. Alla fine dello studio sono stati individuati 3 territori riproduttivi di astore corrispondenti ad altrettante coppie stimate (1 certa + 2 possibili), in una fascia altimetrica compresa approssimativamente fra i 1.350 m e i 1.450 m s.l.m..
Per il pecchiaiolo ci si è avvalsi dell’esperienza maturata nella precedente ricerca del 2008 condotta sempre da Altura per conto di ARP Lazio. La metodologia è consistita nell’esecuzione di un certo numero di transetti/auto giornalieri effettuati lungo le principali strade interne del parco nei mesi di luglio e agosto. Alla fine del monitoraggio sono state stimate un numero complessivo di 11 coppie di pecchiaioli nidificanti, delle quali: 2 certe, 2 probabili e 7 possibili.
Durante i monitoraggi del pecchiaiolo sono state fatte osservazioni interessanti riguardanti altre specie di rapaci quali: nibbio reale (dal 4/7 al 24/7), biancone (14/7), falco cuculo (21/8) e falco della regina (23/7).
Per il corvo imperiale, in primavera, sono state controllate 7 aree rupestri all’interno del parco e della zona di protezione esterna. In finale è stata stimata la presenza di possibili 4 coppie e di nessuna coppia certa nidificante, tuttavia la presenza della specie è stata accertata in diverse altre zone del parco.
Poiché la ricerca è stata svolta in un unico anno riproduttivo (2010), i risultati devono intendersi come preliminari e propedeutici a successivi studi di campo da svolgersi in altri periodi riproduttivi.
A Bruno D’Amicis, Roberto Lippolis e Gianni Lauretti va il grazie dell’Associazione per la professionalità e l’impegno profusi.
Fabio Borlenghi