Arrampicata sportiva nel Parco Nazionale del Pollino
Il 5 ottobre 2015 l’Ente Parco Nazionale del Pollino aveva disposto il divieto temporaneo di arrampicata sportiva e alpinismo nel territorio del Parco Nazionale, al fine di salvaguardare le specie rupicole, vegetali ed animali, di particolare interesse conservazionistico potenzialmente minacciate da tali attività sportive.
Il Parco Nazionale del Pollino, interamente compreso in due grandi ZPS, zone cioè tutelate a livello comunitario per la presenza di specie di uccelli di particolare valore internazionale, ne ospita diversi legati indissolubilmente, soprattutto per la riproduzione, alle pareti rocciose, come l’Avvoltoio grifone, recentemente reintrodotto nel Parco, l’Aquila reale, il Falco pellegrino, il Lanario, il Gufo reale e il sempre più raro Capovaccaio, che ogni anno fa la sua comparsa nel Parco Nazionale senza più riuscire a riprodursi, anche e forse soprattutto a causa del disturbo nei siti potenzialmente idonei alla nidificazione. L’Aquila reale, il Grifone, il Lanario e il Gufo reale sono ormai molto rari nell’Italia meridionale e in particolare in Calabria. Durante l’incubazione l’abbandono del nido, anche per brevi periodi, può portare alla morte dell’embrione mentre durante le fasi dell’allevamento la presenza umana può spaventare gli adulti facendo così mancare l’apporto di prede al nido, con conseguente morte dei piccoli. Il disturbo può altresì allarmare i giovani nidiacei inducendoli a tentare troppo precocemente l’involo dal nido provocandone anche in questo caso la morte.
E’ evidente che la principale ragion d’essere di un parco nazionale sia quella di conservare e incentivare il patrimonio di biodiversità presente nel suo territorio. Le scalate e le arrampicate rappresentano una delle prime cause di fallimento della riproduzione di specie rupicole e necessitano di adeguata regolamentazione, anche in base al Decreto del 17 Ottobre 2007 riguardante in particolare la tutela delle ZPS.
L’iniziativa del parco era dunque un atto dovuto anche se è chiaro che non è possibile e neanche opportuno vietare queste attività in tutto il territorio del Parco.
Per varare una regolamentazione più adeguata alla realtà il 19 ottobre l’Ente Parco ha organizzato un incontro al quale hanno partecipato rappresentanti del mondo delle attività escursionistiche, di arrampicata sportiva e di alpinismo (che avevano protestato vivacemente contro il provvedimento) e anche alcuni rappresentanti delle associazioni ambientaliste.
Dopo l’incontro l’Ente Parco ha presentato una nuova proposta che tuttavia suscita non poche perplessità in quanto non assicura in alcun modo la necessaria tranquillità sulle pareti dove nidificano i grifoni, le aquile reali e altre specie importanti.
Dobbiamo quindi continuare il confronto con l’Ente Parco per pervenire ad una regolamentazione seria ed efficace di queste attività sportive nel parco.